5 cose da sapere sulla raccolta delle olive e sulla produzione di olio extravergine
In questo articolo abbiamo raccolto alcune fra le domande più frequenti a proposito della raccolta delle olive e della produzione dell’olio extravergine. L’olio di oliva è un prodotto che produciamo di anno in anno con estremo orgoglio, non solo per il suo gusto ricco e armonioso, ma anche perché ciò significa portare avanti un’antica tradizione familiare che era spesso motivo di gioia e felicità, perché permetteva (e permette tuttora) di godere immediatamente del lavoro di un anno intero.
1. In che periodo raccogliete le olive e quanto dura la raccolta?
Ormai da diversi anni iniziamo la raccolta entro il 15 di ottobre, un periodo ottimale per riuscire ad ottenere un olio di qualità e ricco di polifenoli. Fino all’ultima settimana di ottobre la quantità di olio nell’oliva cresce in modo regolare ma preferiamo non ritardare l’inizio della raccolta perché l’umidità o altri fattori esterni tipici del mese di novembre rischiano di danneggiare l’intero raccolto. La raccolta delle olive dura circa 15 giorni, quindi solitamente terminiamo entro la fine del mese di ottobre, ma la tempistica dipende molto dalle condizioni metereologiche dato che non lavoriamo mai nei giorni di pioggia.
2. Quante olive servono per fare un litro di olio?
Dipende dalla tipologia delle olive, dal terreno, dal momento della raccolta e dalla temperatura di estrazione dell’olio (se è più alta si ottiene una quantità maggiore di olio ma di qualità inferiore). Qui a Poggio al Bosco solitamente abbiamo una resa tra il 10% e il 13%, quindi ogni 100 kg di olive otteniamo dai 10 ai 13 litri olio. Per fare un litro d’olio ci servono quindi circa 8,5 kg di olive.
3. Cosa vuol dire olio extravergine?
Si definisce extravergine di oliva l’olio ottenuto dalla prima spremitura di olive attraverso processi meccanici, quindi senza ricorso a processi o sostanze chimiche, in condizioni che non causino alterazioni dell’olio e la cui acidità libera, espressa in acido oleico, non risulti superiore all’0,8%.
4. Utilizzate anche le foglie?
Le foglie non vengono utilizzate nel processo di produzione dell’olio. Molti anni fa, quando i frantoi non disponevano di grandi tecnologie, poteva capitare che qualche fogliolina di olivo accidentalmente rimanesse coinvolta al momento nell’estrazione, quindi senza un motivo preciso ma solo per errore. Oggi invece, potendo disporre di nuovi strumenti, questo non capita più. Vi raccontiamo una curiosità in proposito: la storia legata agli infusi fatti a base di foglie di ulivo. Sembra che già gli antichi Romani se ne servissero per contrastare la febbre e in generale tutte le malattie dovute a virus e batteri. Le foglie di ulivo sono infatti particolarmente ricche di proprietà attive nei confronti di microrganismi patogeni (virus, batteri, funghi) e quindi in grado di difendere dalle infezioni; in più sono capaci di sostenere il sistema immunitario e di agire positivamente sul sistema cardiovascolare. L’infuso di foglie di ulivo si potrebbe definire come una sorta di antibiotico naturale.
5. Come vengono utilizzati i rifiuti della lavorazione delle olive?
Noi di Poggio al Bosco preferiamo lasciare gli scarti della lavorazione al frantoio, che ha la possibilità di gestirli al meglio. Solitamente essi vengono riutilizzati in questo modo: la sansa (cioè lo scarto solido separato dal decanter) viene spesso destinata all’alimentazione animale, mentre il nocciolino dell’oliva viene usato per riscaldare case e aziende mischiato con il pellet. Più recentemente, in alcuni frantoi hanno iniziato anche a filtrare e riutilizzare l’acqua utilizzata durante il processo. Non si spreca proprio niente!
Per qualsiasi altra informazione scrivici un’e-mail o un messaggio su WhatsApp (+39 392 8455842) e saremo lieti di rispondere ai tuoi dubbi 😊
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