Vi siete mai chiesti il motivo per cui in questo periodo nei vigneti vi siano cespugli di rose in fiore? È un’immagine molto diffusa nelle vigne in Toscana, che potete ammirare anche qua a Poggio al Bosco, dove infatti potrete trovare piante di rose all’inizio di ogni filare. Ma qual è veramente la loro funzione? Solo per motivi estetici oppure ci sono anche altri motivi più specifici. Come sempre, la verità sta nel mezzo.
In passato: rose come guardiane della vigna
Nel passato la rosa fungeva come una vera e propria sentinella; veniva, e viene tutt’ora chiamata, “pianta spia”, in quanto manifesta per prima i sintomi di eventuali malattie o parassiti che possono colpire la vite stessa. Tra i suoi molti nemici si annoverano infatti: il cosiddetto “mal bianco” (oidio), un fungo che penetra negli acini d’uva, lacerandoli e favorendo l’ingresso ad altri parassiti, la muffa grigia (o botrite) il tumore batterico, oppure i ragnetti rossi e gialli della metcalfa. Le rose, quindi, messe in testa ai filari, aiutavano a monitorare e controllare lo stato di salute della pianta e del frutto, permettendo così di prevenire eventuali problemi o comunque di agire tempestivamente per ridurne i danni sul raccolto.
Oggi: rose per donare maggior prestigio
Oggi, con il mutare e lo sviluppo delle tecniche agrarie e di allevamento della vite, e con la nascita di nuovi sistemi scientifici di analisi e previsioni, la messa a dimora delle rose nei vigneti non ricopre più questo ruolo di sentinella, in quanto non più necessario. Tuttavia essa rimane un’antica tecnica ancora molto diffusa tra gli agricoltori, soprattutto tra coloro particolarmente attenti alla difesa delle tradizioni passate e alla salvaguardia dei naturali cicli biologici della pianta, senza ricorrere a forzature o a moderne tecniche invasive. In questo modo è possibile ottenere dei frutti sani e genuini ed un prodotto biologico e di qualità.