“L’estate di San Martino dura tre giorni e un pochino” è uno dei saggi proverbi degli antichi contadini. E la nonna Maria, ieri a pranzo, lo ha rispolverato, come aprendo un vecchio cassetto dei ricordi.
Eravamo tutti a tavola, davanti al crepitio del fuoco. Ci stavamo gustando il cinghiale con le olive che la “nostra chef” aveva preparato e stavamo sorseggiando un bicchiere di Eclissi.
Quando, mentre parlavamo del meteo (del “tempo”, come diciamo dalle nostre parti), la nonna ci ha sorpreso e divertito tirando fuori questo detto dal sapore popolare. Che, come tanti altri, custodisce una grande verità.
L’estate di San Martino
La mitica Maria ci ha spiegato che per “estate di San Martino” si intendono i giorni prima di metà novembre. Precisamente l’11 – il giorno della celebrazione di Martino di Tours, che proprio in tale data fu sepolto – e poi, indicativamente, il 12 e il 13.
Questo periodo del mese viene chiamato “estate” perché generalmente è caratterizzato da un piacevole tepore che interrompe – sebbene per poco – il primo freddo autunnale.
Si tratta di giorni in cui il clima mite, il cielo sereno e il “solicino” ci riportano alla mente la stagione estiva, ormai (purtroppo) andata. E che ci danno uno spiraglio di luce prima del grigiore invernale.
Le origini cristiane del proverbio
Il proverbio affonda le sue origini in un episodio della vita di San Martino, vescovo di Tours nel IV secolo, protettore dei soldati e dei cavalieri, dei viaggiatori e degli albergatori, dei viticoltori e dei vendemmiatori.
Stando al racconto agiografico, Martino durante un inverno particolarmente turbolento incontrò un mendicante infreddolito e gli donò il suo mantello. Subito dopo quel nobile gesto, la pioggia smise di cadere e il cielo si aprì.
La stessa notte a Martino apparve in sogno Gesù, che gli rivelò di essere proprio lui il mendicante al quale aveva regalato il mantello. E così Martino, che all’epoca era ancora un soldato, intraprese il percorso della Fede.
Leggenda vuole che ogni anno, per commemorare la generosità del santo, nei giorni intorno alla sua celebrazione il freddo interrompa la sua morsa e lasci spazio a un clima piacevolmente mite.
La conferma scientifica
Sebbene sia un proverbio popolare, l’estate di San Martino trova un riscontro effettivo nella scienza. Le mappe climatologiche degli ultimi decenni confermano infatti che ogni anno, prima della metà di novembre, si alzano le temperature.
Pare che ciclicamente l’anticiclone si espanda dalla Spagna verso tutto il Mediterraneo. Portando così condizioni di alta pressione e proteggendo dalle perturbazioni la maggior parte dell’Europa centrale e occidentale.
La nostra estate di San Martino
E adesso non ci resta che goderci l’estate di San Martino e il suo “calduccio”, magari in terrazzo, con un bicchiere di Estroverso, quasi come se fosse estate…