IL CHIANTI IERI ED OGGI
Nella prima parte del nostro racconto abbiamo svelato i primi segreti riguardo il vino Chianti: le varie suddivisioni geografiche, perché si usa il simbolo del Gallo Nero e chi ne è stato l’inventore. Arriviamo quindi all’anno 1872, quando il Barone Bettino Ricasoli, scrive nero su bianco la ricetta definitiva.
1872: NASCE IL CHIANTI
Dopo anni di ricerche e sperimentazioni, nel 1872 il Barone riesce finalmente a trovare la giusta formula da utilizzare: 70% di uve rosse Sangiovese e il restante 30% diviso tra Canaiolo ed uve bianche Malvasia, talvolta ricorrendo anche alle uve del Trebbiano. La presenza di uve bianche, oltre a caratterizzare il vino con un colore brillante e vivace, servivano per rendere il sapore più dolce al palato.
“… Mi confermai nei risultati ottenuti già nelle prime esperienze cioè che il vino riceve dal Sangioveto la dose principale del suo profumo (a cui io miro particolarmente) e una certa vigoria di sensazione; dal Canajuolo l’amabilità che tempera la durezza del primo, senza togliergli nulla del suo profumo per esserne pur esso dotato; la Malvagia, tende a diluire il prodotto delle due prime uve, ne accresce il sapore e lo rende più leggero e più prontamente adoperabile all’uso della tavola quotidiana …”
Bettino Ricasoli, 1872
Lettera indirizzata al prof. Cesare Studiati dell’Università di Pisa
IL CHIANTI OGGI
In definitiva, per dar vita ad un Chianti bisogna trovarsi nella regione del Chianti ed utilizzare la sua specifica formula di produzione. In origine, la formula prevedeva l’utilizzo di soli vitigni toscani, così come scoperto da Bettino Ricasoli. Oggi, invece, il disciplinare è leggermente cambiato; sia nelle quantità, in quanto si deve usare non più il 70% ma l’80% di uve Sangiovese, che nelle tipologie di uve possibili, in quanto il restante 20% è frutto di una scelta personale dell’azienda; è possibile trovare quindi, sia Chianti 100% Sangiovese, che Chianti con uve non autoctone come Merlot o Cabernet Sauvignon.
CHIANTI CLASSICO
Così come avete letto nella prima parte della nostra storia, la regione del Chianti si suddivide in varie sottozone, di cui, la più famosa e riconosciuta a livello internazionale è sicuramente quella del Chianti Classico, contraddistinta da sempre dal marchio del Gallo Nero.
Il Chianti Classico viene prodotto con 80% di uve Sangiovese e l’ultimo 20% con altri vitigni a scelta, ma esclusivamente a bacca rossa. Così, infatti, è previsto dal loro disciplinare.
Esistono inoltre tre tipologie di Chianti Classico, diverse per caratteristiche chimiche ed organolettiche:
– Chianti Classico Annata: rappresenta la base della piramide; un vino ottenuto senza particolari regole riguardo i tempi di invecchiamento o di affinamento in bottiglia.
– Chianti Classico Riserva: vino di maggior livello qualitativo, caratterizzato da un invecchiamento minimo di 24 mesi (di cui 3 di affinamento in bottiglia).
– Chianti Classico Gran Selezione: rappresenta la cima della piramide; un vino ottenuto da singola vigna o da selezione delle uve migliori seguendo restrittive caratteristiche chimiche ed organolettiche, con un invecchiamento minimo di 30 mesi (di cui 3 di affinamento in bottiglia).
IL CHIANTI A ‘POGGIO AL BOSCO’
Noi a ‘Poggio al Bosco’ preferiamo puntare sempre all’ottenimento di un prodotto genuino, fortemente legato alla storia ed alla tradizione del nostro territorio. Facendo parte dell’area del Chianti Colli Fiorentini, siamo liberi di usare anche vitigni non a bocca rossa, permettendoci così di mantenere l’antica ricetta di Bettino Ricasoli: 80% di uve Sangiovese, 5% di Malvasia, 5% di Trebbiano, 5% di Colorino e 5% di Canaiolo.
Perché, come dice sempre Lorisse, “Oggigiorno non siamo di certo più furbi dei nostri predecessori!”.
Il risultato finale è un Chianti DOCG forte e potente, di colore rosso rubino con riflessi violacei, intenso al naso, fresco ed equilibrato al palato. Si abbina perfettamente a tutti i tipi di carne, pasta o formaggi. Più speziato e morbido è, invece, il nostro Chianti Riserva DOCG, realizzato solo nelle nostre annate migliori e con un tempo di invecchiamento e di affinamento maggiore. Ideale con bistecca, carni grigliate o formaggi stagionati.